LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo proposto da Amina Narimi
|
|||
Tocco la terra, madre della mia ombra Attraverso vi corre un bimbo infaticabilmente immaginato. Sonoro il mese di aprile duole di trasparente. Ogni terra è assenza dopo la nascita. Dopo il seme ogni fiore è stella. Per questo la radice ha forma di spina o pioggia o morte che sostiene silenzi. Può scordare l’uomo il futuro o la sorte, può bruciare il tempo le pagine o il bacio, può ossidare la notte i giorni del diamante, però mai la terra e la sua fatale memoria di galoppi lontani. È un patto. E lo dico con la cenere incerta del viaggiatore sulle labbra. È il debito del mare che ci resta sulla lingua attraverso l’acqua e le sue mappe. È l’alta somiglianza della notte negli occhi che imita distanze. È il gesto d’uccello della mano lanciata. È l’albero che irrompe dai labirinti dell’anno infaticabile, certamente vivo come uno stormo. Tocco la terra. Odo piovere. I frutti dentro lei corrono come giorni planetari. Un lombrico dorato si trattiene nel palmo della mia desolazione: tra lui e questo giorno ci sono fiamme insalvabili. Attraverso vi corre un bimbo remotamente sempre chiamando le distanze. Io mi avvicino e lo nomino. Io mi avvicino e lo abbraccio. Ma lui corre per prati di lune specchianti, per boschi dove il cielo è un albero azzurro, per nebbie dove il tempo è un frutto pallido. Entra ed esce dal giorno con l’innocenza rapida del fiore nella pioggia. Qualcuno lo sta chiamando da lampade lontane. E lui corre senza sapere che non esce dall’unica terra della memoria. Che lo spazio terrestre sempre sarà il primo, inesauribile giorno convocato. Che non cambia la luce prima tra gli occhi. Solo cambiano l’ombra, il sogno e le sue spade. Che solo vive l’uomo d’amore per la terra, e la terra lo intende. Però lui continua a correre la sfera trasparente della prima sorte, verso le fonde case della luce invisibile, perché qualcuno lo sta chiamando e lui porta tra le mani un pugno di terra fino all’amato azzurro.
[ Tratta dal libro “Poesie imperdonabili” curato e tradotto da Tomaso Pieragnolo per Passigli nel 2011 ] |
|